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Emergenza coronavirus, le Caritas sarde riorganizzano le loro attività per i più poveri

In piena emergenza coronavirus, le Caritas sarde riorganizzano la loro attività per continuare a garantire i servizi essenziali alle persone più fragili e bisognose, nonostante le restrizioni imposte dalla situazione generale. Dalla preparazione di pasti da asporto, dalla consegna di pacchi viveri ai bisognosi e dai dormitori, aperti anche di giorno, all’incessante attività di ascolto telefonico.

«Le nostre comunità – spiega Raffaele Callia, delegato regionale Caritas e direttore della Caritas di Iglesias – si attengono doverosamente alle rigide misure volte a salvaguardare il più importante tra i beni comuni, il diritto alla salute pubblica. Occorre la responsabilità di ogni cittadino, senza però perdere di vista la condizione in cui versano gli ultimi, gli emarginati. Ecco perché il nostro servizio quotidiano, pur tenendo conto delle necessarie limitazioni imposte dalla legge, non deve venir meno. Come cristiani siamo chiamati a far germogliare la Speranza di una Primavera pasquale alle porte».

Nella Diocesi di Iglesias restano aperti i Centri di ascolto di Iglesias, Carbonia, Sant’Antioco, Santadi e Buggerru/Fluminimaggiore, seppure con diverse restrizioni e precauzioni (si suggerisce previamente un contatto telefonico, utile anche per un primo ascolto); il Dormitorio, la Casa di prima accoglienza “Santo Stefano” e l’Emporio della Solidarietà (tutti a Iglesias); i Centri di raccolta e distribuzione viveri di Carbonia e Sant’Antioco. Inoltre, si continua a garantire il Servizio di Sostegno Economico per far fronte alle necessità più urgenti, oltre che la consulenza e l’orientamento alla rete dei servizi. La Caritas diocesana è in stretto contatto operativo con le Amministrazioni comunali di Iglesias, Carbonia e Sant’Antioco.

La Caritas di Cagliari porta avanti l’attività della mensa, delle accoglienze notturne a bassa soglia, in collaborazione con il Comune di Cagliari, aperte anche di giorno. Inoltre, l’impegno dell’Unità di strada (due volte a settimana), la spesa a domicilio alle persone malate e anziane; i medici dell’ambulatorio Caritas sono disponibili per consulenze telefoniche e prescrizioni, visite urgenti, in raccordo con le strutture sanitarie. «Un impegno portato avanti con piena responsabilità e consapevolezza – sottolinea il direttore della Caritas, don Marco Lai –, seguendo le indicazioni delle istituzioni governative e locali, certi che ciò costituirà un importante contributo al contenimento dell’epidemia». Inoltre, la Caritas diocesana ha creato un foglio informativo di collegamento tra le Caritas parrocchiali e i gruppi caritativi.  

Nella diocesi di Ales-Terralba le tre mense Caritas (seppur temporaneamente chiuse al pubblico) a San Gavino, Villacidro e Guspini garantiscono la distribuzione di pasti pronti; inoltre, si prosegue con la distribuzione di pacchi viveri e con il servizio di spesa a domicilio per le persone anziane e malate. «Con ancora maggiore impegno, vista la chiusura degli uffici pubblici – sottolinea il direttore don Marco Statzu –, vogliamo che le persone percepiscano di non essere sole. Invitiamo tutti a fare una telefonata al giorno a persone sole o anziane: sarà un modo per farsi presenti nonostante la distanza fisica».

Anche nelle diocesi di Alghero-Bosa, di Ozieri e di Lanusei le mense Caritas (pur temporaneamente chiuse al pubblico) continuano a preparare pasti da asporto e pacchi viveri, in rete con le Caritas parrocchiali; garantita anche qui la spesa a domicilio per gli anziani.

Ad Alghero è stato siglato ieri sera un protocollo di intesa tra il Comune e la Diocesi finalizzato a portare avanti un intervento congiunto per tutta la durata dell’emergenza: «Sarà compito della Caritas, incaricata dalla Diocesi – spiega il direttore Franco Deiana – creare una rete di collaborazione e coordinare gli interventi con le associazioni di volontariato del territorio, facilitare lo scambio dei dati relativi ai bisogni emergenti, monitorare, valutare e trovare risposte agli stessi bisogni in sinergia con il Comune. Nello specifico, la Caritas avrà il compito di reperimento e stoccaggio di beni di prima necessità e di garantire un’equa distruzione di concerto con i servizi sociali». In questo momento «dobbiamo agire con un senso di responsabilità ancora maggiore. C’è un aumento delle richieste, accompagnate da una forte preoccupazione per il futuro; oltre all’aiuto materiale e al sostegno economico, in questo periodo così difficile, ancora di più cerchiamo di incoraggiare e dare speranza». Inoltre, la Diocesi ha messo a disposizione i suoi tre centri pastorali per ospitare infermieri e medici e persone in quarantena: il Centro pastorale Pier Giorgio Frassati (10 posti), il Centro Pastorale Luigi M. Conforti (10 posti) e il Centro Pastorale-ex Seminario Diocesano (3 posti).

Un impegno ancora più significativo visto che «questa epidemia – ricorda il direttore della Caritas di Ozieri don Mario Curzu – coincide con la Quaresima, un tempo in cui siamo chiamati a intensificare le opere di carità». La presenza Caritas «è necessaria per tutte quelle persone che in un momento come questo rischiano di sentirsi ancora più sole», aggiunge il direttore della Caritas di Lanusei don Giorgio Cabras. La Diocesi di Lanusei, attraverso la Caritas diocesana, rispondendo all’appello della Protezione civile, ha dato disponibilità della Colonia marina “Madonna d’Ogliastra” (con 80 posti letto) ad Arbatax, per accogliere persone costrette al periodo di quarantena, in sinergia con la stessa Protezione civile.

Restano aperti i due Empori della solidarietà a Tempio e a Olbia (un’ottantina le famiglie aiutate ogni giorno); anche qui, consegna a domicilio di viveri e farmaci: «Molti dei nostri volontari anziani – spiega Domenico Ruzittu, direttore della Caritas diocesana – hanno interrotto il servizio, che ora viene portato avanti grazie ai giovani della protezione civile. Le richieste dei bisognosi sono in aumento: tanti assistenti sociali ci chiedono di attivare delle convenzioni per poter intervenire, grazie alla Caritas, con maggiore tempestività. Stiamo pensando anche al “dopo-emergenza”, in modo da garantire la ripresa a tempo pieno dell’attività di ascolto di fronte a un possibile ulteriore aumento del disagio causato dalla crisi economica, a iniziare dal settore turistico». Inoltre, la Caritas diocesana in collaborazione con la Protezione civile Alta Gallura promuove una raccolta alimentare da destinare alla Cittadella della carità di Tempio Pausania.

Continua senza sosta anche l’attività della Caritas diocesana di Oristano. «In questo momento, date le restrizioni imposte alla mobilità, la distribuzione dei prodotti di prima necessità avviene previo appuntamento, solo per i residenti in città e nelle frazioni – ricorda la direttrice Caritas Giovanna Lai, circa una quindicina di consegne al giorno nei quattro giorni di apertura. Abbiamo avuto un incremento di richieste da parte di nuovi nuclei familiari che all’improvviso si ritrovano in difficoltà e di alcuni che da tempo non si rivolgevano più alla Caritas. A ciascuna famiglia distribuiamo anche un buono spesa da 30,00 o 50,00 euro spendibile presso un supermercato della città. Molte persone residenti negli altri comuni della Diocesi, già assistite regolarmente dalla Caritas Diocesana, sono state indirizzate a rivolgersi agli assistenti sociali del proprio comune o ai propri parroci». Per venire incontro alle necessità delle parrocchie «il contributo che la CEI ha destinato alla Caritas diocesana è stato interamente suddiviso tra i parroci che ne hanno fatto richiesta, a seconda delle necessità, per l’acquisto di beni di prima necessità da destinare alle famiglie residenti al di fuori di Oristano e che, in base ai decreti governativi, non si possono spostare. I nostri numeri telefonici sono conosciuti, uno è attivo 7 giorni su 7 dalle ore 9 alle 20 per ascolto, informazioni, messaggi, e veniamo contattati da anziani soli, persone ammalate, mamme con figli minori e altre categorie di persone in situazioni di grave disagio; per loro abbiamo iniziato la consegna a domicilio dei pacchi viveri, anche in collaborazione con altre associazioni».

La mensa della Caritas di Sassari prosegue la distribuzione di pasti caldi da asporto, dal lunedì al sabato; la domenica lo stesso servizio è garantito dalla mensa del volontariato Vincenziano e dalle mense delle parrocchie di San Vincenzo e dei Cappuccini. I due ostelli restano aperti anche di giorno (nel centro diurno, anche il servizio docce e il lavaggio indumenti). Si lavora in rete con le parrocchie, la Protezione civile e le istituzioni: «Registriamo un aumento di richieste – spiega il direttore don Gerolamo Derosas –: per ora aiutiamo una quindicina di famiglie in più rispetto a prima, ma temiamo che il disagio possa aumentare ulteriormente e che persone che dispongano solo di piccoli risparmi possano avere necessità di usufruire dei nostri servizi». Inoltre, la Diocesi di Sassari ha messo a disposizione della Prefettura sette strutture per oltre 80 posti per personale sanitario, persone in quarantena e senza dimora.

«Sono impressionata dalla solidarietà della gente – racconta Suor Pierina Careddu, direttrice della Caritas diocesana di Nuoro –, dalla generosità, dalla fede: tante persone che mettono da parte i loro interessi per andare incontro agli altri». Qui, la Caritas ha creato una rete con i parroci e con le altre associazioni di volontariato, offrendo loro il supporto di giovani volontari; si lavora in sinergia con la Protezione civile e con il Comune per garantire i servizi essenziali, quali la consegna di pasti pronti, di pacchi viveri e della spesa a domicilio.

(a cura di Maria Chiara Cugusi)

(aggiornato al 9 aprile 2020)

A seguire alcuni approfondimenti da parte delle Caritas diocesane

Ales-Terralba:
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Alghero-Bosa:
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Cagliari:
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Iglesias:
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Lanusei:

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Ozieri:
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Sassari:
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Tempio-Ampurias:
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