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Una nuova narrazione del fenomeno delle migrazioni al centro del seminario on line organizzato da Caritas e Migrantes Sardegna

Una nuova narrazione del fenomeno delle migrazioni al centro del seminario interpastorale online svoltosi questo pomeriggio e organizzato dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna e da Migrantes regionale in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e con l’UCSI Sardegna.

Lo spunto è offerto dalla presentazione del XXIX Rapporto immigrazione Caritas e Migrantes 2020, il cui titolo riprende le due parole chiave “conoscere” e “comprendere” suggerite da Papa Francesco nel trattare il tema della mobilità umana, come ricordato dal Vescovo delegato della CES per il servizio della carità mons. Giovanni Paolo Zedda, che ha evidenziato l’importanza di «uno sguardo che tenga conto di tutte le dimensioni, non solo economica-lavorativa, ma anche antropologica, culturale, religiosa».

Una lettura a 360 gradi ben richiamata anche da padre Stefano Messina (responsabile Ufficio Migrantes regionale) e da don Marco Lai, incaricato regionale Caritas area immigrazione che ha coordinato i lavori, con quell’attenzione all’alterità ancora più significativa davanti ai fenomeni attuali, ricordati dal delegato regionale Caritas Raffaele Callia: dall’emergenza Balcani a tutte le altre vicende migratorie che «chiedono con urgenza un cambiamento di paradigma dopo anni di globalizzazione dell’indifferenza e cultura dello scarto».

Un tema, quello delle migrazioni, che – come richiamato dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Francesco Birocchi –, pur trovando oggi meno spazio nell’agenda politica e mediatica, continua ad essere molto presente nella nostra quotidianità (per es. con il fenomeno degli sbarchi), e non deve essere ridotto al tema della mera sicurezza ma richiede un racconto completo; un racconto in cui – ha aggiunto Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna – possiamo farci guidare «da Papa Francesco che nell’ultimo messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali ci chiede di comunicare incontrando le persone dove e come sono».

I dati del fenomeno migratorio a livello nazionale e regionale sono stati esposti da Simone Varisco (Fondazione Migrantes): oltre 5 milioni gli stranieri presenti in Italia (8,8 per cento del totale della popolazione italiana, concentrati per oltre l’80% nel Centro – Nord), a cui si aggiungono circa 600-700 mila stranieri irregolari. In Sardegna, sono 55.998 i cittadini stranieri presenti (in leggero calo rispetto al 2019), ovvero il 3,4% della popolazione sarda, concentrati soprattutto nelle province di Cagliari (oltre 12 mila) e Sassari (oltre 8000); la maggior parte di essi sono partiti per motivi di famiglia e lavoro (nel complesso 80%), sulla linea di quanto avviene a livello nazionale; poco più di 5.500 gli alunni stranieri nell’Isola. Da evidenziare il contributo che gli immigrati portano all’economia regionale: quasi 7.000 sono titolari di imprese (7% totale delle imprese regionali). Tra le criticità a livello nazionale, oltre alle diseguaglianze (nei settori salute, reddito, scuola) e alla concentrazione degli stranieri in alcuni settori lavorativi (ristorazione, aiuto domestico, etc.), la povertà assoluta che riguarda 1 milione e 400 mila stranieri. Diseguaglianze anche nella comunicazione sui temi dell’immigrazione, dove solo il 7% delle interviste è dedicato agli stranieri, con un interesse in calo su questi temi (dovuto forse alla mancata coincidenza con il periodo elettorale). Delle interviste concesse, oltre il 47% è correlato al dibattito politico; il 4,4% dello spazio è destinato a soggetti confessionali (l’80% alla confessione cattolica).

Le nuove sfide nella narrazione sono state suggerite da Olivero Forti (responsabile politiche migratorie di Caritas Italiana), che ha illustrato il quadro delle migrazioni a livello globale, con un trend in costante crescita negli ultimi anni, che vede oggi coinvolti 270 milioni di individui (3,5% della popolazione mondiale), tra cui 80 milioni i migranti forzati (di cui 50 milioni gli sfollati interni e 26 milioni i rifugiati): in questo scenario diventa centrale proprio la gestione dei flussi migratori e la promozione di politiche efficaci. «Per raccontare la mobilità umana è necessaria una nuova narrativa delle migrazioni – spiega –: non un approccio buonista, ma responsabilità nel raccontare il fenomeno. C’è bisogno di conoscenza per comprendere la realtà delle migrazioni. Ad esempio, nel racconto dell’accoglienza non è possibile ragionare solo in termini di business, piuttosto sarebbe opportuno chiedersi: è corretto delegare al terzo settore l’accoglienza? Forse dovremmo concentrarci sulla responsabilizzazione delle istituzioni e sul contestuale coinvolgimento delle comunità».

(A cura di Maria Chiara Cugusi  – servizio comunicazione Caritas Sardegna)