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La Chiesa sarda riunita per il seminario sul Motu proprio sul servizio della carità

La Chiesa sarda riunita nell’ex Seminario pontificio di Cuglieri in occasione della giornata di riflessione sul Motu proprio di Benedetto XVI ‘Intima Ecclesiae Natura’ sul servizio della carità, organizzata dalla CES e dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna.  Ospite, Mons. Giampietro Dal Toso, segretario del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, che ha illustrato le linee guida del documento.

Un momento corale: 300 partecipanti delle diverse diocesi, Vescovi, direttori e operatori delle Caritas locali e altre realtà del volontariato. Dopo l’introduzione di Mons. Mauro Maria Morfino, Vescovo di Alghero-Bosa, e di Mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo delegato della CES per il servizio della carità, l’intervento di Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e Presidente della CES: «Occorre recuperare il senso pieno della parola ‘carità’, la ‘agape’ del Nuovo testamento, troppe volte intesa in senso riduttivo».

firma protocollo CES

Il segretario di ‘Cor Unum’ – istituito da Paolo VI, con lo scopo di ‘orientare’ l’attività caritativa degli organismi di carità nell’ambito della Chiesa cattolica  – ha sottolineato come il documento sia stato emanato per rimediare «alla lacuna nel codice di diritto canonico – già evidenziata da Benedetto XVI nell’ enciclica Deus Caritas Est-, sulla responsabilità del Vescovo in ordine alla pastorale della carità». Nel suo intervento, Mons. Dal Toso è partito dalla sorgente teologica della carità, «che trova il suo fondamento in Dio stesso, e dunque è il compito della Chiesa in quanto tale», la cui missione si esplica «nel legame indissolubile tra carità, parola e sacramenti». Tra i punti del documento, l’invito a «non omologare il servizio della carità alla Caritas, ma a valorizzare le molteplici iniziative pastorali». Inoltre, l’attenzione agli organismi di ispirazione cattolica, che, nel tempo, hanno perso di vista la loro vocazione, rischiando di sentirsi «non parte della Chiesa ma partner della Chiesa», sottolinea il segretario di ‘Cor Unum’. Si insiste sull’importanza della formazione spirituale degli operatori, perché «è la testimonianza della persona che convince della verità del Vangelo».

Strettamente connessa è la funzione pedagogica dei singoli organismi, che «devono aiutare la comunità cristiana a sentirsi protagonista della carità», continua Mons. Dal Toso. Ancora, l’importanza di «un luogo in cui confluiscano le diverse iniziative di carità, in modo che il Vescovo le possa conoscere tutte e orientare»: occorre puntare alle consulte diocesane e regionale, non solo per valorizzare l’unità dell’azione della Chiesa, ma anche «per rafforzarsi nel rapporto con gli enti pubblici e per affrontare le sfide che da esso scaturiscono».

Un appello all’unità del volontariato, coerente con la sede scelta: l’ex-Seminario, ceduto dalla RAS al Comune di Cuglieri, accoglierà, infatti, il progetto della CES, ‘Un’isola per il Mediterraneo’: un centro studi e un campus, finalizzati a formazione, ricerca e servizi.  «Un progetto nato dal desiderio di avere un luogo comune – ha spiegato Mons. Miglio -, in cui tutte le forze di volontariato possano collaborare per il bene del territorio». Esso è stato definito insieme alla Caritas regionale, realizzato grazie alla collaborazione tra istituzioni formalizzata con la firma del protocollo tra CES, RAS e Comune di Cuglieri (nella foto). «Si tratta di un’iniziativa – sottolinea Don Marco Lai, delegato regionale Caritas  -, finalizzata a fare di questo seminario un cuore pulsante dell’azione pastorale della Chiesa sarda, ma anche uno spazio aperto, ecumenico, di dialogo e confronto». Accanto alla dimensione della ‘regionalità’, quella della ‘mediterraneità’, con l’idea di fissare a Cuglieri la sede di MigraMed, laboratorio stabile d’incontro tra le Caritas del Mediterraneo, e della ‘MigraMed summer school’, scuola estiva di formazione rivolta agli operatori che lavorano sui temi della mobilità umana.

 

(Maria Chiara Cugusi)