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“Dialogare per Integrare”: conclusa a Bono la terza Giornata Interreligiosa

Con il ricordo della visione profetica di Isaia in cui “tutti i popoli del mondo si raccoglievano in un’unica, grande e multiforme famiglia” don Mario Curzu, direttore della Caritas diocesana di Ozieri, ha aperto a Bono i lavori della 3° Giornata Interreligiosa – promossa ieri dalla Diocesi di Ozieri, attraverso la Caritas diocesana, in collaborazione con il CSV Sardegna Solidale – lodando «l’audacia e la costanza con cui l’Equipe ha in questi anni diffuso lo spirito interreligioso di Assisi».

Oltre 80 partecipanti, tra operatori, volontari e rappresentanti delle diverse religioni presenti nel territorio, hanno testimoniato nel concreto che “dialogare per integrare” è una formula indovinata non soltanto nella forma, ma anche per il confronto diretto tra i convenuti, e per i contributi dei relatori che hanno aperto ampie finestre sul mondo e sulla storia da cui non si può restare a guardare se si vuole davvero costruire la pace.

Il concetto di cittadinanza globale attiva e soprattutto di una solidarietà senza confini sono stati al centro dell’intervento di Marilena Caddeo, casco bianco di Caritas Italiana in Sierra Leone dal 2009 al 2010 e cooperante per quasi 6 anni in Palestina, in cui ha potuto sperimentare la necessità di affiancare alle competenze professionali del suo ruolo quelle umane dell’ascolto e della capacità di adattamento per facilitare i processi di pace, promuovere i naturali diritti umani, sradicare la povertà. «La diversità esiste, ma è soltanto dialogando e aprendosi alle differenze che possiamo costruire qualcosa in comune: una corretta informazione è fondamentale per creare solidarietà globale e ricadute positive nei territori di appartenenza»: un intento che a Carloforte, suo paese natale, non si è fermato ai buoni propositi ma ha promosso un gemellaggio con un gruppo di artisti di Tulkarem – città palestinese in cui la Caddeo ha operato per il CESVI – in un progetto che ha impiegato l’arte come strumento di sviluppo e promozione sociale.

Sull’urgenza del dialogo tra culture e religioni si è concentrato il successivo intervento di Raffaele Callia, responsabile del Servizio studi e ricerche, e dell’educazione alla Mondialità per la Caritas regionale, che ha citato la “convivialità delle differenze” coniata da don Tonino Bello per definire «l’incontro tra diversità in cui siamo chiamati – ha asserito Callia – a generare una nuova alterità, senza appiattirci né imporci sull’altro, con un dialogo non più procrastinabile e che non ci veda come asettici osservatori, ma ci comprometta direttamente e porti alla costruzione di ponti fra i mondi a partire dalla quotidianità».

Una carrellata di testimonianze ha reso protagonisti nella seconda parte della mattinata alcuni immigrati originari della Romania, Bangladesh, Tunisia, Costa d’Avorio, Guinea, Nigeria e Senegal, che con cadenze e sensibilità differenti hanno espresso una comune gratitudine per l’accoglienza delle generose comunità diocesane, in cui sono presenti due Centri di accoglienza straordinaria (a Ozieri e Chilivani) e dove, in molti casi, gli ospiti sono diventati a tutti gli effetti dei concittadini.

«Quando nella Bibbia qualcosa succede per 3 volte, diventa una consuetudine» ha osservato il vescovo di Ozieri mons. Corrado Melis nel suo intervento conclusivo, in cui ha ringraziato il sindaco Elio Mulas per l’ospitalità, i relatori e tutti i presenti rinnovando l’appuntamento all’edizione 2019, con un invito a costruire spazi di accoglienza sempre più ampi in cui “ciascuno si senta al suo posto”, e la solidarietà globale ci permetta di “prendere a braccetto questo Mondo e questa Terra”, proprio come auspicato da don Tonino Bello quando già 30 anni fa sognava più rispetto per l’ambiente e per tutti i suoi abitanti.

Viviana Tilocca