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Convegno Caritas/ Mons. Merisi: una Chiesa capace di essere vicina all’uomo

Diversi i temi affrontati da Mons. Giuseppe Merisi, presidente di Caritas Italiana, nella prolusione al 37° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. In apertura, il richiamo alla scomparsa di Mons. Giovanni Nervo, con l’istituzione del premio ‘Teologia e pastorale della carità’, al Magistero di Papa Francesco e alla sfida a incarnare il Vangelo della Carità in tempi di crisi, con la capacità di leggere il presente e di rintracciare in esso i segni di Dio e di futuro,  in un «viaggio da un centro verso le molteplici periferie esistenziali e geografiche dell’umanità»

mons merisi e soddu

Un riferimento anche alla Sardegna, con l’incontro del Santo Padre con i poveri e i detenuti, lo scorso 22 settembre, e con l’impegno della rete Caritas durante l’alluvione.

E poi uno sguardo concreto alle ‘periferie’, con  le criticità emerse dal Rapporto Povertà 2014 di Caritas Italiana ‘False partenze’: in quattro anni è raddoppiata l’attività anti-crisi sviluppata dalle 220 Caritas diocesane e dai 2832 Centri di ascolto, con 1148 iniziative a dicembre 2013, uno sforzo imponente benché ancora insufficiente di fronte all’entità del problema.

È necessario indirizzare l’azione Caritas sia sul piano dell’advocacy, sia sul piano della pressione sui soggetti istituzionali competenti per un pronto avvio del nuovo Programma europeo sui beni essenziali (Feamd) e della promozione di una Alleanza contro la povertà, attraverso il Reddito di inclusione sociale (Reis). Mons. Merisi ha auspicato ‘un’inversione di rotta’, con un movimento di crescita e sviluppo, che richiami il mercato alla vocazione originaria, poi perduta, di inclusione sociale, «dove i rapporti e gli equilibri economici siano sussidiari a un’autentica promozione umana e al bene comune». Le difficoltà sono gravi anche nel contesto politico-sociale europeo, «soggetto a venti di sfiducia e populismo, dato che le misure di austerità – se non accompagnate da adeguate politiche di sostegno e di sviluppo – rischiano di avere un impatto sempre più negativo sulla vita delle persone povere e di far cadere molte altre persone per la prima volta in una condizione di povertà».

Ancora,  l’accenno, in prospettiva, al Convegno ecclesiale 2015 di Firenze: «L’atteggiamento che deve guidare la nostra preparazione è quello a cui richiama quotidianamente Papa Francesco: leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore che Gesù ci ha insegnato. Solo una Chiesa che si rende vicina alle persone e alla loro vita reale, infatti, pone le condizioni per l’annuncio e la comunicazione della fede».

Ancora, il riferimento alla presenza Caritas all’Expo 2015, con l’auspicio che questa partecipazione “possa sensibilizzare adeguatamente istituzioni e governi, ma anche l’opinione pubblica per riparare le ingiustizie e promuovere uguaglianza e benessere sul diritto al cibo”

Infine, il  riferimento ai giovani, con l’importanza di rilanciare il servizio civile, come rifiuto di qualunque tipo di violenza, secondo nuove forme che coinvolgano sempre più gli interessati nell’impegno per il bene della comunità. E il tema dell’accoglienza dei rifugiati con strumenti innovativi, come il progetto Rifugiato a casa mia, già avviato da Caritas Italiana, in cui la famiglia ospitante è concepita come luogo fisico e sistema di relazioni in grado di supportare un reale processo di inclusione.