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Convegno Caritas/don Soddu: Stare accanto ai poveri, un’occasione per mostrare il volto bello della Chiesa

Riscoprire la bellezza del messaggio evangelico, attraverso ‘l’incontro, l’accoglienza fraterna e il servizio’ e ridefinire l’azione delle Caritas diocesane ‘nelle periferie esistenziali’, accogliendo pienamente il Magistero di Papa Francesco. 

Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, spiega le finalità del 37° Convegno nazionale delle Caritas diocesane ‘Con il Vangelo nelle periferie esistenziali’, che offre l’occasione di rafforzare il ruolo di animazione Caritas all’interno dei contesti locali.

Come si inserisce questo Convegno nel percorso intrapreso da Caritas Italiana in questo ultimo anno e quali saranno le peculiarità dell’evento?

«Il titolo del 37° Convegno nazionale delle Caritas diocesane si collega in modo diretto al Magistero di Papa Francesco, esplicito nelle parole e implicito nei gesti, collocando in modo inequivocabile il tema della povertà, anzi dei poveri, al centro della riflessione ecclesiale. Il Papa infatti, mentre ci esorta a scoprire la ricchezza del messaggio evangelico, approfondendo sempre più la conoscenza di Cristo, ci sprona a ricercarlo nella carne viva delle persone, attraverso un’uscita da noi stessi, nell’incontro, nell’accoglienza fraterna, nella solidarietà e nel servizio. Per le Caritas tutto ciò rappresenta un costante stimolo di verifica».

Che cosa si prefiggono la Caritas nazionale e le Caritas diocesane di fronte alle nuove sfide che sollecitano la società attuale?

«Partendo dalle novità riscontrate, forti delle indicazioni del Magistero, coscienti delle fragilità delle nostre Caritas, intendiamo chiederci: cosa possiamo aggiungere, cambiare o abbandonare nella nostra azione? Poiché non tutte le nostre precedenti risposte appaiono oggi rispondenti ai nuovi bisogni, occorre trovare a livello locale, in ogni Caritas diocesana, un tempo favorevole in cui portare e declinare i frutti, dal locale al nazionale e viceversa, di un processo di ridefinizione del nostro stare quotidianamente, come Caritas, nelle periferie esistenziali».

In che modo questo Convegno potrà essere un’occasione per un rafforzamento del ruolo di animazione delle Caritas diocesane e della pastorale della carità nei singoli contesti locali?

«Accanto alle ricche sollecitazioni che emergono dal lavoro preparatorio e dal Convegno stesso, la sola lettura della titolazione del paragrafo III del capitolo IV della Evangelii Gaudium,Il bene comune e la pace sociale” [217-237], offre alle Caritas un’importante indicazione di stile pastorale, su tre linee-guida: il tempo è superiore allo spazio [222-225], con implicita definizione dell’animazione, “Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce”; l’unità prevale sul conflitto [226-230], con l’invito a ‘sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo, secondo lo stile evangelico «Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9)’; la realtà è più importante dell’idea [231-233], secondo il metodo Caritas, tipicamente induttivo, ‘Ciò che coinvolge è la realtà illuminata dal ragionamento’».

Quale ricaduta potrà avere questo Convegno sulla Chiesa e sul territorio sardo ospitante? 

«Spetterà alle comunità locali saperne cogliere l’opportunità. Sentendosi parte integrante della grande famiglia che nella Caritas esprime il volto bello della Chiesa, potranno essere incoraggiati a dar corpo e anima alla carità, alla solidarietà intesa in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni».

 

(Intervista tratta dallo Speciale ‘Il Portico della Caritas’)