TEMI GUIDA

Servizio Civile Volontario

Le Caritas diocesane dell’Isola sono impegnate da diversi anni nel proporre ai giovani l’esperienza qualificante del servizio civile volontario. Un’esperienza che, anche nel caso della Sardegna, è intimamente legata alla cultura della nonviolenza e alla storia dell’obiezione di coscienza all’uso delle armi.

Anche in virtù di questa preziosa eredità, il servizio civile volontario si caratterizza fortemente permettendo anzitutto di stabilire con chiarezza che cosa non è: non è un lavoro a tempo determinato; non è una mera esperienza di volontariato retribuito a due passi da casa; non è neppure una forma di “solidarismo part-time”, che permette alle persone di sentirsi “buone” per un certo numero di ore al giorno. È, invece, un’esperienza di radicale gratuità a servizio del prossimo (che prevede una legittima  forma di rimborso e degli altrettanto legittimi incentivi formativi e professionali); è molto più impegnativa della semplice (eppur preziosa) esperienza di volontariato nel sociale; è un’esperienza di solidarietà concreta che cambia i giovani attraverso la logica del servizio e che permette una riflessione matura e un impegno incisivo in ordine alla giustizia sociale.

Il Servizio Civile Nazionale
Frutto del percorso trentennale compiuto dal servizio civile sostitutivo degli obiettori di coscienza, il Servizio Civile Nazionale ha aperto le porte a tutti i giovani, ragazzi e ragazze, dai 18 ai 28 anni d’età. Istituito con la legge 6 marzo 2001 n° 64,  dal 2005 il Servizio Civile Nazionale (SCN) si svolge su base esclusivamente volontaria. Attraverso il SCN i giovani possono partecipare ai bandi indetti dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC), presentando la domanda agli Enti accreditati, fra cui la Caritas Italiana – con la proposta all’estero dei Caschi Bianchi  e per il tramite delle Caritas diocesane che hanno presentato dei progetti approvati e finanziati dall’UNSC -, e impegnarsi per un anno in un’esperienza di servizio concreto alla Patria e dalla forte valenza educativa e formativa. In Italia, dall’approvazione della legge 64 ad oggi, sono oltre 6.000 i giovani che hanno svolto il servizio civile presso le Caritas diocesane, fra cui quelle della Sardegna.

Le aree di intervento che vedono coinvolte le Caritas sarde sono sostanzialmente le seguenti: assistenza e sostegno alle persone in stato di disagio (fra cui minori, anziani, immigrati, disabili, ragazze madri e donne in difficoltà, detenuti in misure alternative alla pena), reinserimento e prevenzione sociale, animazione e promozione della cultura della cittadinanza, interventi nel campo della mediazione interculturale, servizio civile all’estero. Al di là degli specifici settori di intervento, che consentono ai giovani di apprendere “un saper fare” utile anche nel cammino della vita lavorativa e di studio, il carattere principale dell’esperienza di servizio civile è racchiusa nel suo essere occasione straordinaria di educazione all’alterità. In questo senso per la Caritas educare al servizio significa proporre una riflessione in termini di religiosità, educare al rifiuto della violenza e all’adozione di uno stile di vita rispettoso degli altri e del creato, ma anche suscitare un impegno all’animazione della comunità oltre che alla responsabilità sociale e politica.

Sono diversi i progetti di Servizio Civile Nazionale realizzati in questi anni in Sardegna, sia dalle singole Caritas diocesane sia a livello regionale. Sovente i progetti hanno risposto a dei bisogni specifici individuati a livello locale, mentre alcune volte hanno saputo anticipare  dei percorsi di lavoro strategici per la stessa Caritas, come nel caso del progetto regionale Per dar voce a chi non ha voce, attraverso cui è stato possibile rafforzare il Progetto Rete e avviare anche in Sardegna la pubblicazione dei Rapporti sulle povertà.

Il Servizio Civile Regionale
Nel 2005 cominciò a maturare una riflessione interna alle Caritas della Sardegna (Delegazione regionale, Nucleo Regionale Servizio Civile, Caritas diocesane) circa l’esigenza di dotare anche l’Isola di un apposito strumento normativo che andasse ad integrare la legge nazionale sul servizio civile volontario (la legge 64). A questo proposito furono raccolti alcuni criteri condivisi in Caritas Italiana. Inoltre, bisognava tener conto di quanto era già stato proposto e depositato in Consiglio regionale nella XII Legislatura, vale a dire la proposta di legge intitolata “Norme per l’istituzione e valorizzazione del servizio civile regionale” (febbraio 2004). Un ulteriore testo fu depositato in Consiglio come proposta di legge n. 197. In seguito venne avviato un lavoro interno al Consiglio, in particolare nella Commissione diritti civili, la quale si trovò a dover riflettere simultaneamente su due proposte di legge in materia: la n. 197, che peraltro faceva tesoro del testo depositato nel febbraio del 2004, e la n. 172.

Il 13 febbraio 2007 si ebbe un testo unificato di proposta di legge da parte della Commissione diritti civili.  La legge fu definitivamente approvata dal Consiglio regionale il 17 ottobre 2007. Il testo fu poi pubblicato nel BURAS (Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna), al n. 34, anno LIX, Parte I, Leggi e decreti).

La legge istitutiva del Servizio Civile Regionale è entrata in vigore il 1° gennaio 2008 (senza essere mai stata finanziata) e da allora i giovani sardi ne attendono l’effettiva e conseguente esecuzione.


Per ulteriori informazioni
Antonella Fulghesu
Lidia Lai
serviziocivile@caritassardegna.it

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